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Progetto Rwanda

Il gemellaggio fra i Club di Kigali, Rwanda, e San Marino risale al 1993, quando la Presidente della Federazione europea, lanciando il motto del suo biennio “Amicizia senza frontiere”, favorì l’incontro fra Club per facilitarne i contatti. I primi rapporti fra San Marino e Kigali sono stati però difficilissimi, essendo il Rwanda coinvolto nel genocidio fratricida del 1994.

Il primo intervento effettivo è stato un aiuto alle donne del Club di Kigali, rifugiate in Kenya, per l’apprendimento della lingua inglese indispensabile per la frequenza scolastica dei loro figli.

Nel 1996, grazie ad un incontro soroptimista in Lussemburgo, i contatti sono stati ripresi e i rapporti non si sono più interrotti.
Il SCSM si è adoperato con diverse modalità in favore delle amiche ruandesi: organizzazione di eventi per la raccolta fondi; viaggi di alcune socie per consegnare contributi e portare materiale di diversa natura (farmaci e materiale igienico, macchine da cucire a mano, contributi per l’acquisto di animali per avviare produzione e lavoro, una pompa per gonfiare i palloni destinati ai bambini utilizzata in realtà nel lavoro per gomme di biciclette, motorini, auto).

Dal 2003 il Club di San Marino ha collaborato in maniera fattiva e determinante alla realizzazione del “Progetto San Marco”, Centro di accoglienza e di formazione a Kanombe, alla periferia di Kigali, con la donazione di una scuola divenuta poi Scuola dell’Infanzia e inaugurata nel 2005 in occasione della I Maratona della Pace; ha poi sponsorizzato la costruzione delle latrine pubbliche e dato contributi anche per altri edifici.

Nel biennio 2007-09, nasce il progetto “Atelier Rwanda”, in collaborazione con il corso di Design Industriale dell’Università di San Marino, con l’obiettivo di aiutare le donne ruandesi a trovare forme di sostentamento e cercare idee alternative per sostenere l’artigianato femminile ruandese. La ricerca di studio sulla tecnica artigianale ruandese dell’intreccio di fibre naturali è divenuta piano di lavoro: il trasferimento delle idee oggetto di studio all’applicazione della tecnica dell’intreccio ruandese ha portato alla produzione di primi prototipi di gioielli da parte degli studenti universitari, oggetto della mostra a San Marino, Rwanda: un gioiello nel verde. Il finanziamento di uno stage formativo nel paese africano di quattro studenti del Design presso il Centro San Marco, ha permesso di realizzare un laboratorio permanente per la formazione e la ricerca nei settori del design, utilizzando materie prime locali e capacità lavorative della popolazione. Le prime creazioni dei gioielli AR nascono con il secondo workshop, tenuto da professori e ragazzi nel 2010 sempre al Centro San Marco; questi gioielli hanno rappresentato San Marino alla Biennale di Venezia.

Per la produzione e vendita di queste creazioni in fibra vegetale nasce la cooperativa Agatako (dal verbo “gutaka”, che significa “abbellire”). La Commissione Nazionale Sammarinese UNESCO ha condiviso l’intervento sostenendo il “Progetto di Formazione Artigiane” che ha coinvolto un maggior numero di donne, consentendo una produzione più copiosa e l’autofinanziamento.
I gioielli AR originali sono stati donati al Museo Etnografico Nazionale Ruandese di Butare.

Il progetto “Atelier Rwanda” è stato premiato dal SI/E come Best Pratice Award per l’anno 2010.